Laureata in Lingue e letterature straniere moderne (1999) presso l'Università di Roma "La Sapienza", e ha conseguito presso la stessa università il Dottorato di ricerca in Filologia e letterature comparate dell'Europa centro-orientale (2006) presentando la tesi dal titolo "Danilo Kiš: l'enigma della lettera" in cui individua i tratti dell'ebraismo kišiano e l'importanza della cultura ebraica per la poetica dell'autore. Pubblicazioni: Il viaggio di Vensana, in Racconti d'estate, AA.VV., Ensemble Edizioni,2015; Parole blu, una silloge poetica, Ensemble Edizioni, 2016; con il racconto Josephine. Napule bello, vince il Secondo Premio (Premio Speciale Consulta Femminile Regionale del Piemonte) della XII edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, 2017; Parole blu [Plave riječi], in un'edizione bilingue e l'autotraduzione, Albatros Plus, Belgrado 2019. Traduzioni: dal serbo Var di Saša Stojanović, Ensemble Edizioni, 2015; Stakleni zid [Il muro di vetro] di Vladimir Tasić, Ensemble Edizioni, 2017; dall'italiano in croato Non dirmi che hai paura [Nemoj mi reći da se bojiš] di Giuseppe Catozzella, in collana Alla ricerca dei classici, Società Filologica croata e Disput, Zagabria, 2017. Consulente per la traduzione in lingua serba del manuale di Letteratura latina di Gian Biagio Conte, volume primo, Dall'alta repubblica all'età di Augusto, Areté, Belgrado, 2016. Di prossima pubblicazione: Mi različiti [Noi diversi] di Veselin Marković e Jaz [La voragine] di Darko Tuševljaković, nonché Gli anni al contrario [Godine unatraške] di Nadia Terranova con la casa editrice belgradese Areté. Membro dell'Associazione dei traduttori editoriali della Serbia. 


Quella virgola che non cedo: il rapporto tra traduttore e revisore.

Anita Vuco e Ilaria Pittiglio

«Se uno si soffermasse a pensarci», scrive Daniele Petruccioli sui Falsi d'autore, «tutte quelle cose rivelerebbero il fatto che il libro – anche un libro che racconti soltanto una storia – non è il prodotto dell'illuminazione divina di uno spirito eletto, bensì il risultato dello sforzo congiunto di un sacco di persone». Il prodotto finale è sempre il frutto di un gioco di squadra, e dipende dalla professionalità e capacità di lavorare insieme di tutti coloro che, insieme all'autore e successivamente il traduttore, hanno lavorato sul testo: «l'editore, l'editor, perfino il redattore e il correttore di bozze». Ognuno ha messo qualcosa di suo. Ma questo, dobbiamo neccessariamente vederlo come un difetto, o al contrario, può essere vissuto come una di quelle infinite ricchezze di comunicazione che la letteratura ci offre?