Mats on Cats, fra Coleridge e Dr. Seuss. Tradurre la poesia come antidoto alle traduzioni automatiche
Di solito i gatti inglesi stanno comodamente sugli zerbini, anche perché Cats e Mats sono in rima e le due parole stanno bene insieme. Nulla vieta foneticamente che i Mats stiano sui Cats. Siccome però succede di rado, le statistiche dei corpora e del senso comune tendono ad escludere questa eventualità, che può invece verificarsi nella fantasia di un bambino o nei giochi di parole di un poeta, ed essere l’inizio di una narrazione non prevista. La letteratura è il regno di questi giochi linguistici, a volte ingenui e imprevedibili come nei nonsense del Dr Seuss, a volte colti e raffinate come nelle poesie di Coleridge. E il povero traduttore, obbligato a giocare, deve cercare, in qualche modo, di far quadrare il cerchio.
Franco Nasi, saggista e traduttore, insegna Teorie della traduzione e Letteratura anglo-americana all’Università di Modena e Reggio Emilia. Fra le sue pubblicazioni Poetiche in transito (Medusa, 2004), La malinconia del traduttore (Medusa, 2008), Specchi comunicanti (Medusa, 2010), L’artefice aggiunto. Riflessioni sulla traduzione in Italia 1900-1975 (con Angela Albanese, Longo, 2015), Traduzioni estreme (Quodlibet, 2015) e Tradurre l’errore (Quodlibet, 2021). Ha tradotto diversi poeti inglesi e americani fra cui Billy Collins e Roger McGough.