Manuela Francescon si è laureata in Letteratura Tedesca alla Sapienza di Roma nel 2001. Ha cominciato a lavorare come traduttrice editoriale nel 2006, e da allora traduce narrativa inglese, angloamericana e tedesca per diverse case editrici.


Tradurre narrativa seriale

In anni recenti il racconto seriale si è conquistato un ruolo centrale nella narrativa letteraria. Sappiamo bene che non si tratta di un’invenzione recente: l’idea di tenere i lettori appesi al filo di un racconto interrotto è venuta per la prima volta, almeno in epoca moderna, a un editore francese. Era il 1836 e il compito di realizzarla fu assegnato a Honoré de Balzac. Nell’editoria contemporanea, italiana e non solo, il racconto seriale, più o meno di genere, sta conoscendo una fortuna duratura, rispondendo forse a una domanda di lentezza, di tempi lunghi, che non trova risposta presso altri mezzi d’intrattenimento. I traduttori a cui viene chiesto di produrre le versioni italiane di opere seriali o saghe devono affrontare alcune problematiche specifiche connesse a questo particolare modo di raccontare. Partendo dalla mia esperienza di traduzione delle Cazalet Chronicles della britannica Elizabeth Jane Howard, vorrei proporre una ricognizione di queste sfide e difficoltà, a partire dalla necessità di mantenere la coerenza narrativa e di assecondare l’evoluzione della voce dell’autore senza cadere nella trappola di una familiarità che può essere insidiosa.